Indagine dell'Ocse al
liceo di Verona con l'obiettivo di rilevare le conoscenze, le capacità e le
motivazioni dei quindicenni
Gli studenti
italiani leggono e sanno far di conto come i loro coetanei? La risposta al Montanari
Articolo pubblicato
sul giornale "L'Arena" del 20/01/2003
I nostri
quindicenni sanno leggere e «far di conto»? Che cosa sanno di scienze? Sono
migliori o peggiori sui banchi di scuola dei loro coetanei di tutto il mondo? Ce
lo dirà l’Invalsi, l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema
dell’istruzione, che nell’ambito di un’indagine internazionale, denominata «Programme
for International student assessment» (Pisa, in sigla), coinvolgerà anche un
campione di studenti veronesi. La scuola prescelta è stata il Montanari, il
liceo pedagogico e delle scienze sociali di vicolo Stimate che sottoporrà 35
suoi alunni, tutti quindicenni, nati nell’87, a una complessa prova di tre ore e
mezzo, con domande legate alla lettura, alla matematica ed alle scienze, che si
svolgerà nel prossimo marzo.
L’indagine è stata promossa dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico ed ha l’obiettivo di rilevare le conoscenze, le capacità, ma
anche le motivazioni degli studenti quindicenni, oltre al loro livello di
istruzione. Si valuterà anche il livello del sistema scolastico ed i cambiamenti
in atto sempre nel sistema dell’istruzione.
«Da come ci è stato detto», spiega il dirigente scolastico del Montanari,
Calogero Carità, «i risultati dell’indagine forniranno anche indicazioni
preziose per migliorare la qualità dell’offerta didattica e per rinnovare
criteri e tecniche della valutazione, anche attraverso il confronto dei dati
italiani con quelli rilevati negli altri Paesi partecipanti. Potrà costituire,
insomma, un importante momento di crescita didattica e culturale anche per tutti
noi operatori della scuola».
L’indagine Ocse-Pisa è iniziata tre anni fa, ma la rilevazione principale sarà
quella del marzo prossimo. Il Montanari è stato coinvolto con altre 500 scuole
italiane ed, al termine dell’indagine, il preside riceverà una scheda con i
propri risultati e il riferimento agli esiti nazionali e internazionali dei
Paesi Ocse.
Dunque, il Montanari e i suoi studenti si confronteranno con coetanei di mezzo
mondo: dal Giappone agli Stati Uniti, dall’Australia alla Finlandia, dal Brasile
alla Corea, dalla Russia al Canada, dalla Svezia alla Nuova Zelanda, oltre a
numerosi Paesi europei. Staremo a vedere quali saranno i risultati, ma c’è da
credere che saranno positivi. Del resto, il Montanari, con i suoi 1320 alunni
divisi in 57 classi, con la prospettiva di arrivare a ben 1395 alunni e 61
classi il prossimo anno, è diventato uno degli istituti più frequentati della
città, con l’80 per cento degli alunni che provengono da tutta la provincia. Ma
il Montanari se guarda al futuro, non dimentica il suo passato. E proprio quest’anno
l’istituto si propone di unirsi alle Istituzioni pubbliche veronesi per
ricordare il 150esimo anniversario della morte del Conte Carlo Montanari,
giustiziato a Belfiore il 3 marzo 1853 dagli Austriaci.
Spiega il preside Carità: «Credo che questo illustre veronese, martire della
libertà, meriti di essere ufficialmente ricordato, per il generoso contributo
dato all’unità d’Italia ed anche perché la sua famiglia subito dopo l’unità
nazionale, donò al Comune di Verona il palazzo patrizio Verità Montanari, oggi
sede dell’Accademia di Belle arti, con l’annesso parco perché il Comune di
Verona lo destinasse ad istruzione scolastica. Ciò avvenne: nel 1876 venne
edificata la prima ala del nostro liceo pedagogico e delle scienze sociali,
intitolata a Carlo Montanari, da sempre sede per la formazione dei giovani
destinati all’educazione dei bambini».
«Il Montanari, ha concluso il dirigente scolastico, «sta curando l’edizione di
un volumetto che illustra da una parte la storia di Carlo Montanari e dall’altra
la storia di questo più che secolare liceo, attraverso anche documenti
d’archivio e foto. La monografia sarà distribuita alle scuole. Ma, siamo anche
disponibili a partecipare a convegni e mostre che possano ricordare l’illustre
cittadino».
Emma Cerpelloni
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