Esperti al seminario promosso dal liceo Montanari
La scuola adotta i diritti degli studenti
disabili
«Ben venga la riforma Moratti: incentiva la loro
integrazione»
Cronaca pag. 19 da "L'Arena" del 22/11/2003
«Adotta un diritto»: quello delle persone disabili
all’istruzione e al lavoro. Di questo si è parlato nella sala convegni di Unicredit, durante il
seminario promosso dal liceo pedagogico Montanari e dal
Centro territoriale integrazione (Cti) VII circolo in collaborazione con il
ministero della Pubblica istruzione, il Centro servizi amministrativi di Verona,
la direzione generale del Veneto della Miur e la Scuola di specializzazione
interateneo (Ssis) del Veneto. L’iniziativa, che ha avuto il patrocinio del
Comune, della Provincia, del centro provinciale Unesco, del comitato provinciale
Unicef e delle associazioni per l’handicap, ha voluto sensibilizzare sulle
tematiche relative all’integrazione scolastica e lavorativa e approfondire gli
aspetti più importanti dei diritti delle persone disabili, partendo da quanto
già è stato fatto nel nostro territorio grazie alla legge sull’autonomia
scolastica.
In mattinata la parola è andata ai promotori del convegno: Calogero Carità,
dirigente scolastico del liceo pedagogico Montanari, ribadendo l’importanza
della sinergia di forze tra scuola, enti locali, associazioni e mondo del
lavoro, ha ricordato che già da diversi anni il Montanari organizza per i suoi
alunni corsi di formazione per la lettura del braille, corsi di volontariato
sociale, e che quest’anno ha anche sperimentato insieme ad altre otto scuole del
Veneto esperienze educative che prevedono l’alternanza scuola-lavoro; Luciana
Marconcini, dirigente scolastico del VII circolo, ha illustrato con l’aiuto di
grafici che cos’è il Cit, Centro territoriale di integrazione: una struttura
composta da dirigenti scolastici (cinque circoli didattici, tre scuole medie,
tre istituti comprensivi, sette istituti superiori), rappresentanti delle Ulss,
rappresentanti del Comune e della Provincia (al seminario sono intervenuti
infatti l’assessore comunale Albrigi e l’assessore provinciale Moretti),
associazioni di genitori, che si coordinano per progettare e gestire servizi e
strutture capaci di favorire non solo l’integrazione scolastica dei soggetti
portatori di handicap (molto utile in tal senso il sostegno offerto dalle nuove
tecnologie), ma anche di promuovere iniziative di formazione rivolte a docenti,
operatori, genitori.
Giovanna Zerlotti, referente del progetto «Adotta un diritto», insegnante
specializzata di sostegno da 11 anni al Montanari, ha infine spiegato come
questo lavoro abbia fatto dei giovani i protagonisti del progetto, stimolandoli
ad inventare metodologie e strumenti per trasformare l’integrazione da astratta
teoria in dato di fatto.
«Un dato essenziale perché questo avvenga», ha spiegato l’avvocato Salvatore
Nocera, esperto giuridico e vicepresidente della Federazione italiana
superamento handicap, «è che nella valutazione della qualità inserita in ambito
scolastico con la riforma Moratti tra i parametri da considerare ci siano anche
elementi relativi all’integrazione scolastica dei disabili: incentivo affinché
le scuole siano stimolate a creare appositi programmi». Un approfondimento di
carattere più psicologico è venuto invece da Rita Sidoli, docente di Pedagogia
speciale alla Cattolica di Milano, che ha parlato dell’insegnante come modello
di elaborazione del senso, cioè come paradigma di comportamenti e non
distributore di nozioni, dell’importanza del clima di classe e della cosiddetta
"prosocialità": la capacità di assumersi il pensiero dell’altro, che trasforma
la disabilità da deficit dell’altro in un sentimento comune, dato che ciascuno è
carente in ambiti differenti.
Il pomeriggio la tavola rotonda è stata centrata invece sul passaggio dalla
scuola al lavoro.
Alessandra Galetto
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