Trentasei studenti si sono sottoposti alla prova
scritta per conseguire l’abilitazione alla guida del motorino
Compito in classe: il patentino
Montanari prima scuola nel Veneto ad applicare il
nuovo decreto
Cronaca pag. 17 da
"L'Arena" del 20/12/2003
È stata la prima scuola del Veneto, la seconda in Italia, a ospitare la
prova: al liceo statale Carlo
Montanari si è svolta ieri mattina la prima
sessione di esami per il conseguimento del «patentino», il documento che i
ragazzi dovranno avere se vorranno guidare un motorino. Trentasei studenti,
tutte ragazze tranne uno, si sono sottoposti ieri mattina alla prova scritta
(dieci domande a risposta multipla), superata da ventidue di loro.
Una novità destinata a diventare routine entro pochi mesi. Novemila studenti
di Verona e provincia si stanno preparando nelle rispettive scuole per poter
affrontare lo stesso esame e ottenere il «patentino» che dal primo luglio
2004 sarà obbligatorio per tutti i ragazzi dai 14 ai 18 anni desiderosi di
guidare il motorino.
«Tutto nasce dal decreto del 30 giugno 2003 del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti che ha stabilito appunto il decreto attuativo
del decreto legislativo numero 9 del 15 gennaio 2002, la norma che offre la
possibilità ai presidi di far conseguire agli studenti il "patentino" per
ciclomotori direttamente nelle loro scuole», ha spiegato il preside
dell’istituto Montanari Calogero Carità.
«Un’opportunità che molti ragazzi
hanno deciso di cogliere, iscrivendosi al corso per prepararsi all’esame,
organizzato dall’ex Provveditorato in collaborazione con le scuole. Mentre
l’esame viene organizzato dalla Motorizzazione che invia un proprio
funzionario nei diversi istituti. All’iniziativa hanno partecipato anche
l’Amministrazione comunale e provinciale: hanno acquistato seimila libri di
testo contenenti i quiz, regalandoli poi alle scuole».
Venti le ore del corso, otto delle quali gestite dai docenti (che prima si
sottopongono a tre giorni di formazione) e svolte durante l’orario
scolastico e altre dodici svolte dai vigili urbani e dagli insegnanti delle
autoscuole in orario extrascolastico. Sette i corsi attivati all’istituto
Montanari. «I ragazzi sono molto motivati», ha proseguito il preside. «E
anche le loro famiglie hanno apprezzato l’introduzione di questo corso.
Anzi, molti genitori hanno chiesto formalmente che venisse attivato».
Presenti al primo esame, oltre al preside Calogero Carità, Tiziano Cordioli,
coordinatore del Centro servizi amministrativi, cioè l’ex Provveditorato,
Luciano Bertinato dell’ufficio Educazione fisica dell’ex Provveditorato
(ufficio cui il Ministero dell’Istruzione ha assegnato il progetto), Fabio
Mezzelana,
direttore della Motorizzazione e Francesco Bonanno,
rappresentante dell’Asiac, Associazione sindacale imprenditori autoscuole e
consulenza.
Piuttosto tesa l’atmosfera in aula magna dove trentasei «pionieri» si sono
sottoposti a questa nuova prova. «Sono più agitata per questo scritto che
per un’interrogazione di scienze, la materia che meno preferisco», ha detto
Sara Allegri. «Speriamo di superarlo, perché fare il corso non è stata una
passeggiata. Siamo dovuti venire spesso a scuola il pomeriggio e poi si
tornava a casa e c’erano ancora i compiti da fare. Speriamo in bene». Dita
incrociate anche per Jennifer Bellamoli. «Sono agitata anch’io», ha ammesso.
«E molto più che per un compito in classe. Anche perché i miei genitori mi
compreranno lo scooter solo se supererò l’esame». Nella stessa «barca» Anna
Franceschi: «Se non si passa l’esame bisognerà rifare il corso, spero
proprio che questo non accada», ha detto.
Preoccupata anche Benedetta Rossin: «Sono molto tesa, ho studiato, ma la
tensione si fa sentire, perché è sempre un esame. Se riesco a passarlo oggi
vado a festeggiare con le amiche». Beato fra le donne Giacomo Aldegheri,
unico ragazzo a tentare di superare l’esame. «Ho scelto questa scuola anche
perché sapevo che qui c’erano più femmine che maschi», ha detto sorridendo.
«Molti amici mi invidiano. Scherzi a parte, anch’io non sono tropo
tranquillo, spero tanto di passare l’esame al primo colpo».
Chiara Tajoli
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