Originalissime creazioni presentate dal liceo Montanari con il «Progetto Biodiversità» per l’Ecuador Il presepe «salvaforesta» Negli arcovoli dell’Arena le Natività realizzate in avorio vegetale Cronaca pag. 12 da "L'Arena" del 15/12/2003
![]() Si tratta di originalissimi presepi ottenuti lavorando un materiale da tempo usato in Ecuador per produrre bottoni e altri oggetti: l’avorio vegetale. È un materiale durissimo e molto simile al più noto, ma oggi proibito, avorio di elefante, che gli indios ricavano dai semi di una palma (la Phytelephas aequatorialis ) diffusa nelle foreste tropicali; essa produce noci di 5-6 centimetri di diametro conosciute comunemente col nome di tagua. Negli ultimi anni l’avorio vegetale è stato impiegato anche per prodotti di artigianato, e rappresenta una importante opportunità per l’economia delle popolazioni locali, permettendo una gestione eco-sostenibile delle risorse della foresta equatoriale. I presepi in avorio vegetale sono stati proposti dal liceo Montanari, promotore dal 2000 del Progetto Biodiversità, in collaborazione con la Pontificia Università Cattolica di Quito e la Fondazione Otonga (Ecuador) per la salvaguardia e la protezione delle foreste tropicali. Gianfranco Caoduro, coordinatore del Progetto Biodiversità e insegnante di Scienze naturali del liceo Montanari, spiega: «Sulla Terra sono state finora catalogate circa 2 milioni di specie animali e vegetali, ma si calcola che il numero totale di specie sia almeno 10 milioni, i tre quarti delle quali concentrate nelle foreste pluviali tropicali. Tuttavia, la distruzione di queste foreste avviene ad un ritmo di 150.000 chilometri quadrati all’anno. I naturalisti stimano che la distruzione di questi ecosistemi, i più ricchi in assoluto di biodiversità, provochi l’estinzione di decine di migliaia di specie ogni anno. Sono ormai una quindicina gli istituti veronesi che hanno aderito a Progetto Biodiversità, che si propone di divulgare le tematiche relative alla conservazione della biodiversità e di raccogliere fondi per l’acquisto di porzioni di foresta, l’unico modo di salvaguardare questi ambienti dalla definitiva distruzione. I fondi vengono raccolti dagli studenti attraverso la vendita di piantine forestali autoctone prodotte dai ragazzi dell’Istituto professionale per l’agricoltura di Isola della Scala e attraverso contributi volontari in cambio di oggetti in avorio vegetale prodotti dagli Indios dell’Ecuador. In due anni studenti e insegnanti degli istituti coinvolti nel Progetto Biodiversità hanno raccolto più di 43.000 euro che sono serviti per acquistare 40 ettari di foresta e al sostentamento di cinque famiglie di indios «tagueros», gli artigiani della tagua. I fondi raccolti vengono inviati alla Fondazione Otonga, presieduta dal professor Giovanni Onore, missionario, direttore del museo della Pontificia Università Cattolica di Quito, il quale ha già acquistato 1500 ettari di foresta con tutta la loro ricchezza biologica; ogni anno vengono descritte decine di nuove specie in questo lembo di foresta tropicale. La foresta da salvare, denominata «Otonga», dal nome di un anfibio chiamato «Otongo» dagli Indios, è già abbastanza grande, ma nuove acquisizioni permetteranno di congiungerla a un parco nazionale di estensione ancora maggiore, creando un’oasi naturalistica di eccezionale valore. Proprio la foresta Otonga sarà l’obiettivo di una spedizione naturalistico-speleologica prevista per il prossimo agosto, alla quale parteciperanno zoologi, botanici e speleologi per studiare il territorio e le eccezionali forme dell’Ecuador, il Paese con la più elevata biodiversità del mondo. Chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sul Progetto Biodiversità o ad acquistare presepi e altri oggetti in avorio vegetale può consultare il sito internet dell’Istituto Montanari: www.liceomontanari.it |
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