Al liceo un minuto di silenzio e riflessioni sulla pace

Ordine del giorno: «Abbiamo speranza nella giustizia»
I nonviolenti: «Sventoliamo le bandiere dell’arcobaleno»

Cronaca pag. 13 da "L'Arena" del 18/11/2003

In tante scuole, oggi, verranno ricordate le vittime di Nassiriya. Come al liceo Montanari, dove verrà osservato un minuto di silenzio. Lo ha comunicato al comandante provinciale dell’Arma, colonnello Giovanni Sutto, il preside Calogero Carità con una lettera.
«Mi faccio interprete dei sentimenti dei docenti e degli alunni, delle loro famiglie e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario del liceo», spiega il dirigente scolastico. «Esprimo cordoglio e la più viva solidarietà per le famiglie dei caduti in Iraq, colpevoli solo di aver messo, come sempre, la loro generosità al servizio della pace, della cooperazione e della sicurezza del martoriato popolo iracheno». Nella lettera al comandante dei carabinieri, il preside spiega che oggi, giorno dei solenni funerali e del lutto nazionale, i 1400 studenti del liceo Montanari osserveranno un minuto di silenzio «per ricordare i nostri carabinieri e militari e discuteranno con i loro docenti dei problemi della pace, della solidarietà e dell’alta funzione di garanzia che, nonostante gli eventi recenti, rivestono le Nazioni Unite».

Il consiglio della prima circoscrizione ha approvato un ordine del giorno sulla strage in Iraq: «È stato un atto barbaro. Ma anche se ha spento la vita di tanti nostri giovani non ha spento in noi la speranza nella giustizia e nella pace, valori in cui tutti ci riconosciamo e per i quali i carabinieri italiani sono caduti».
«Pur sapendo che ogni iniziativa di fronte a fatti di tale gravità, al dolore dei familiari e allo sgomento di tutti gli italiani è ben poca cosa, chiediamo che la prima circoscrizione partecipi a tutte le manifestazioni istituzionali che abbiano come oggetto questo tremendo episodio», prosegue l’ordine del giorno. «Raccogliendoci tutti idealmente intorno al tricolore, simbolo della nostra nazione, e chiedendone l’esposizione in segno di affetto e di rispetto per quanti, in molte parti del mondo, garantiscono sicurezza, pace e libertà, crediamo si possa offrire a chi ha già onorato con la vita questo impegno e quanti continuano a farlo, tutta la nostra stima e il nostro sostegno».
In consiglio c’è stato anche un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime.

Mao Valpiana, del Movimento nonviolento, ritiene che il modo migliore per onorare i soldati morti sia quello di rafforzare l’impegno contro tutte le guerre e gli strumenti che le rendono possibili: «La morte dei militari italiani, che ci addolora come ogni vittima di tutte le violenze, è conseguenza della ingiustificabile guerra preventiva degli Usa e della presenza militare italiana, che risulta non di pace ma di fiancheggiamento della conquista militare. Il nostro dolore è anche maggiore per la vicinanza che sentiamo a questi giovani e alle loro famiglie e per la consapevolezza che non si è fatto abbastanza per impedire la loro partenza».
Aggiunge Valpiana: «Il governo deve ritirare un contingente militare che non doveva inviare, e agire subito per sostenere la costituzione di corpi civili di pace addestrati per missioni di pace in contesti come quello iracheno». Il Movimento Nonviolento invita a sostenere concretamente la presenza di organismi umanitari in Iraq e a opporsi all’ulteriore presenza militare italiana, esorta i militari a rifiutarsi di parteciparvi e invita a esporre le bandiere della pace.