Da "Verona Fedele" pag. 25 del 16/1/2005

 

Un'arte che evoca una grande tensione spirituale. Un corso per farla conoscere curato da Clara Sinibaldi

Q U A N D O   L A   D A N Z A    S I   F A   S A C R A

 

La danza sacra liturgica è un rivolgersi a Dio con tutto il corpo: un'arte che evoca una grande tensione spirituale. Clara Sinibaldi, già ballerina e maestra di danza, è una delle poche ricercatrici italiane esperte in questo ambito. Un incontro con la danza sacra, il suo, che è avvenuto quasi per caso 10 anni fa e che adesso costituisce la base di un singolare progetto culturale.

- Che cos'è la danza sacra?

- Per descrivere la danza sacra liturgica uso citare le "quattro P": preghiera, progetto, persona, passione. Preghiera, perchè la danza è movimento del corpo e dell'anima che si lasciano avvolgere da Dio, per mettere in pratica l'invito del Deuteronomio ad amare Dio "con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze". Progetto, perchè presup-pone una ricerca nella tradizione cristiana che affonda le sue radici nella pratica religiosa dello ebraismo -il re Davide che danza davanti all'arca dell'Alleanza- e paleo-cristiana. Persona, perchè la danza sacra valorizza la corporeità nella sua interezza, secondo l'inse-gnamento dell'apostolo Paolo che ai cristiani di Corinto dice "Il corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio". Passione, perchè è ricerca incessante del dialogo con Dio. -

- Perchè la danza sacra fu abbandonata?

- Nella tradizione post-pasquale la danza sacra fu praticata soprattutto dai Terapeuti, una comunità ascetica dedita alla vita contemplativa. Tra il III sec. d.C. e il XVI sec. d.C. questa danza entrò a far parte della liturgia cristiana, ma la stessa danza nei secoli assunse tinte sempre profane fino alla messa al bando nel XVII d.C. Una presa di posizione che fu supportata anche dalla filosofia platonica, tesa a separare lo spirito dal corpo, in quanto, quest'ultimo era visto come il carcere dell'anima. Una impostazione    in    contra-

 

 

Dio. Non si tratta di una recita davanti ai fedeli, ma di un modo totale di pregare. -

- Come nasce una coreografia di danza sacra?

- Può nascere dalla meditazione sulla parola di Dio, dal desiderio di pregare per una particolare situazione, da un lavoro di ricerca e sperimentazione di gruppo o da una riflessione sull'iconografia cristiana. -

- Come è arrivata alla danza sacra?

- Nell'84, mentre svolgevo l'attività di ballerina e di maestra di danza classica e non sapevo nulla di questa forma di danza, mi capitò di leggere la storia vera di Mireille Nègre, una famosa ballerina francese, che giunta all'apice della carriera all'Opera di Parigi, si ritirò in convento per vivere di Dio. Quando nel 1990 mi sono iscritta a Filosofia, decisi che mi sarei occupata di questa donna straordinaria, che poi ho avuto l'onore di conoscere. -

- Come ha incontrato invece la danza?

- A sette anni, per correggere una leggera scoliosi il medico mi consigliò nuoto oppure danza classica. Scelsi la danza. Una scelta felice grazie anche alla mia prima insegnante Mirka Gottardi, che mi ha trasmesso l'amore per quest'arte. La passione è continuata fino a trasformarsi in attività professionale. Dai 18 ai 28 anni ho diretto una scuola di danza classica a Zevio ed ho fatto parte del corpo di ballo del Teatro Sociale di Mantova e del Gruppo Danza Classica della Provincia di Mantova. -

- Nel futuro?

- Oltre ad insegnare religione nelle scuole superiori, penso di portare avanti la mia attività di danzatrice e ricercatrice di danza sacra liturgica. Dopo cinque anni di lavoro con un gruppo di danzatrici di danza sacra, ora continuo il mio impegno dedicandomi allo studio delle fonti e alla ricerca musicale e coreutica per promuovere la danza nella liturgia della Chiesa cattolica. -

Lucia Vesentini

sto con la teologia biblica dove si legge che "il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi". -

- Come è avvenuto il recupero della danza sacra?

- Dobbiamo una prima rivalutazione di questa forma di preghiera ad Isadora Duncan, la celebre danzatrice americana che,  agli inizi del '900,  in contrasto coi balli allora   in  vo-

 

ga, riscoprì il significato sacrale della danza, tanto da dichiarare in uno dei suoi trattati che "la danza è religione". -

- Che differenza c'è tra la danza sacra e la danza come spettacolo?

- Sono due linguaggi completamente diversi. Nella danza sacra non si interpretano ruoli perchè il danzatore presenta   se  stesso  davanti   a

 

La danza come luogo estetico dove si respira il senso del divino. E' quanto si propone di illustrare un corso che si terrà a partire dal 3 febbraio, tutti i giovedì dalle 14 alle 16, presso la sede centrale del liceo "Montanari". Il progetto, ideato da Clara Sinibaldi, si propone, attraverso la presentazione storica di alcune tra le più importanti danzatrici del Novecento, di far conoscere come la nascita della danza moderna coincida con la rinascita della danza sacra (religiosa, spirituale, liturgica o mistica). Si parte da Isadora Duncan (1877-1927), pioniera della modern dance americana, una danzatrice che sentì intensamente la presenza del sacro della danza, al punto da affermare che "la danza non è un divertimento, ma una religione, un'espressione di vita", per passare a Ruth St. Denis, da Charlotte Bara alle sorelle Foatelli, da Mireille Nègre a Catherine Golovine, per concludere con l'intervento di Liliana Cosi, già prima ballerina della Scala di Milano e direttrice della scuola di balletto di Reggio Emilia. Un progetto che punta ad andare in profondità: dalla distinzione che esiste tra il balletto classico, la danza moderna e la danza sacra,  si

 

cercherà di spiegare alcune categorie chiave come "lavoro-opera", "sacro-profano" e quale differenza esista tra tecnica e pratica in quanto "la tecnica -spiega Clara Sinibaldi- è propria del balletto classico, dove il ballerino apprende un linguaggio per poi interpretare una parte che è diversa dal soggetto che la interpreta, mentre la pratica, propria della della danza sacra, è una ricerca nel mondo interiore. Qui non esiste il personaggio, ma la persona che diventa sempre più se stessa perchè sviluppa ed accresce la relazione con Dio. -

L'iniziativa è una sorta di viaggio circolare nel mondo dell'espressività artistica e corporea: dalla differenziazione iniziale tra balletto classico, danza moderna e danza sacra si giunge gradualmente, con Liliana Cosi ad affrontare il tema della contaminazione dei generi e mostrare come la danza conduca al richiamo del trascendente. Perchè "lo stesso balletto classico -conclude Clara Sinibaldi- sa raggiungere forme di tale bellezza da far sentire la nostalgia del divino".

La partecipazione è gratuita. Per informazioni ed iscrizioni: tel. 0457581351