Cronaca pag. 16 da "L'Arena" del 26/05/2005
Salute e benessere. Preoccupante statistica
resa nota in occasione della Giornata nazionale del respiro
Fumano 9 ragazzini
su dieci
Le scuole corrono ai ripari con progetti e
incontri con gli esperti
Il
novanta per cento degli studenti iscritti al biennio delle superiori ha
fumato almeno una volta. Il problema del tabagismo, è risaputo, è visto
oramai come una tossicodipendenza e per prevenirla occorre un intervento
educativo basato su di un programma didattico. Non a caso l’Ulss 20 di
Verona, per l’XI Giornata Nazionale del Respiro indetta dall’Associazione
italiana pneumologi ospedalieri per sabato prossimo (ma a Verona sarà
anticipata a venerdì), ha scelto di promuovere una serie di iniziative in
una scuola superiore, il liceo psicopedagogico Montanari, preso a modello
per il progetto che da anni lo vede all’avanguardia in fatto di educazione
alla salute.
«Prima ancora che la legge Sirchia entrasse in vigore», precisa Calogero
Carità, il preside del liceo, «avevamo messo in pratica una serie di
iniziative volte a prevenire ed a vietare il fumo all’interno
dell’istituto, destinando un lato del cortile per quanti volevano
accendersi la sigaretta. Gli stessi docenti hanno dato il buon esempio al
punto che abbiamo riscontrato una diminuzione del consumo». Da un’indagine
regionale risulta che i giovani adolescenti sono più invogliati dal
provare se all’interno della famiglia c’è già chi ha «il vizio».
«I ragazzi sono ben informati su quelle che sono le conseguenze», precisa
Marilena Righetti, docente, «ma il fumare assume un rito di iniziazione,
un ingresso nell’età adulta. È un atteggiamento prima di diventare una
dipendenza. Il nostro lavoro è quindi rivolto al capire perché scattano
questi meccanismi ed a trovare le giuste risposte».
Di scollamento tra informazione e pratica parla Franco Rubini, direttore
della divisione di pneumologia dell’Ulss 20: «L’informazione, a detta di
alcuni colleghi, dovrebbe partire già dalle scuole elementari. È certo che
la scuola ha un ruolo rilevante ed è giusto che partano proprio da qui i
progetti volti a limitare l’uso del tabacco». La sigaretta nella sola
Regione Veneto ha portato al ricovero di 6.610 persone. «Le patologie sono
varie», precisa Rubini, «e riguardano tutto l’apparato respiratorio ma è
bene precisare che quello prima colpito è quello cardiocircolatorio. Noi
medici ci ritroviamo di fronte il malato e mai il paziente sano che fa uso
della sostanza, ecco perché il ruolo degli enti territoriali è importante
in fatto di prevenzione».
Ma le scuole veronesi come si sono attrezzate per prevenire che i giovani
portino alle labbra le sigarette? «La legge in vigore è rispettata»,
afferma Mauro Murino, presidente del collegio presidi delle scuole
superiori. «Tutti i dirigenti scolastici hanno messo in pratica quanto è
stato voluto dal ministero della Sanità: all’interno di ogni istituto sono
stati nominati gli incaricati alla vigilanza e attivati i progetti di
educazione alla salute con programmi antifumo».
Venerdì, alle Montanari gli studenti discuteranno con gli esperti
dell’azienda sanitaria; poi, chi vorrà, si sottoporrà a un esame
spirometrico.
Anna Zegarelli
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