È la prima per numero di iscritti nella
provincia di Verona e della sua categoria nell’intero Veneto
Una lapide nella scuola dei record
All’ingresso dell’istituto Carlo
Montanari ne ricorderà la fondazione
Cronaca pag. 12 da "L'Arena" del 26/06/2005
Una lapide ricorderà la storia della
scuola dei record. All’ingresso dell’istituto «Carlo Montanari», oggi
liceo delle scienze umane, in vicolo Stimate, verrà murata una lapide
per commemorare il 138° della fondazione della scuola. Voluta dal
dirigente scolastico, il professor Calogero Carità, e approvata dal
Consiglio di Istituto, la lapide permetterà di ripercorrere la lunga
storia dell’istituto, nato come Scuola normale o Scuola magistrale
femminile il 28 novembre 1867 per decisione della Deputazione
scolastica provinciale con lo scopo di accogliere e formare le
fanciulle «chiamate un giorno ad educare la mente e il cuore dei
bambini».
Oggi, il «Montanari» è in continua espansione e conta 1.523 alunni
divisi su tre sedi e risulta essere in assoluto la scuola superiore
veronese più grande, seguita dal «Messedaglia» con 1484 iscritti
nell’anno scolastico appena concluso e dal «Maffei» con 1479 alunni.
Non solo, è il primo in assoluto tra gli ex otto istituti magistrali
del Veneto, seguito dal «Fogazzaro» di Vicenza con 1.302 studenti così
come è il secondo istituto regionale per numero di alunni, dopo il
liceo classico «Brocchi» di Bassano dei Grappa che ha 1660 alunni.
«E pensare», ricorda il preside Carità, «che alla soppressione degli
Istituti magistrali nel 2002, si pensava che la scuola fosse ormai “in
saldo”. Per questo abbiamo ritenuto importante, pur guardando al
presente ed al futuro, ricordare la sua storia ormai ultra
centenaria».
Il «Montanari» ha formato stuoli di maestri non solo per la provincia
di Verona: «Varie sono state le vicende di questa istituzione. Nel
1868, divenuta governativa, ebbe due classi e come sua prima sede
parte del Convento dei Padri Stimatini in uso al Comune sino al 1873,
quando il Fondo per il culto dovette restituire ai Padri Stimatini
l’intero loro patrimonio. La scuola magistrale e il convitto furono
trasferite nel palazzo Orti Manara appositamente preso in affitto dal
Comune». La sede divenne presto insufficiente per l’aumentato numero
di allieve e così venne trasferita nel 1883 nel palazzo Portalupi in
corso Cavour ma non adatto come scuola.
Racconta ancora Carità: «Venne allora costituita una commissione di
esperti per la ricerca di una nuova sede». Fu in questa occasione che
l’allora sindaco di Verona, l’avvocato Augusto Caperle convinse il
conte Giacomo Montanari, nipote del martire di Belfiore, a cedere al
Comune l’avito palazzo di via Carlo Montanari, oggi sede
dell’Accademia Cignaroli, con l’annesso cortile e parco-giardino. Il
Comune gli avrebbe dato un vitalizio per 29 anni di 88.758 lire.
«Ma», aggiunge il dirigente scolastico «il conte Giacomo il 16
settembre 1897 morì e il vitalizio si estinse in soli quattro anni.
Così il bellissimo complesso, in fondo, è costato al Comune poco più
di 350 mila lire». L’antico palazzo, però, fu destinato ad uffici,
convitto, refettorio, mentre per ospitare la scuola magistrale, la
preparatoria e la elementare annessa per le esercitazioni di tirocinio
il Comune fece costruire lungo vicolo Stimate all’angolo con via
Bertoni un grande edificio, quello attuale, di tre piani spendendo 118
mila lire. L’immobile era già perfettamente abitabile nel 1893 e con
Regio decreto del 9 settembre 1894 la scuola normale femminile fu
intitolata a Carlo Montanari.
Durante la prima guerra mondiale l’edificio venne destinato ad
ospedale militare così magistrali e convitto vennero trasferiti nel
palazzo Voghera di via Emilei. Restituito l’immobile alla scuola, nel
1919 subì ulteriori ampliamenti con la casa del custode e l’attuale
palestra.
La Regia Scuola magistrale femminile durò sino al 30 settembre 1923,
quando per effetto della Riforma Gentile fu trasformata in Regio
Istituto Magistrale che cessò di esser solo femminile e cominciò ad
iscrivere anche gli alunni maschi. Inizialmente il corso di studi era
di sette anni (tre corrispondevano alla media inferiore e quattro al
corso magistrale). Dal Fascismo al 2002, il «Montanari» continuò a
sfornare maestri, sdoppiandosi anche per alcuni anni nell’istituto
magistrale «Zamboni». Abrogato definitivamente il vecchio ordinamento
magistrale quadriennale, la scuola si è trasformata prima in liceo
Pedagogico sperimentale e poi anche in liceo delle Scienze Sociali.(e.cerp.)
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