Si stanno ultimando le iscrizioni
e si accentua il problema della carenza di spazi. È crisi nera per le
specializzazioni agrarie, mentre torna l’interesse per l’arte Cronaca pag. 14 da "L'Arena" del 03/07/2005
-I LICEI. Anche per il prossimo settembre si conferma una tendenza che è ormai stabilizzata: gli iscritti ai licei continuano ad aumentare, mentre per i tecnici ed i professionali, a parte alcuni casi, continua il calo. Ma veniamo ai dati. Questi, nei dettagli gli aumenti nei licei rispetto all’anno che si è appena concluso: ben cinque classi in più al Cotta di Legnago, tre classi in più al Montanari, al Galilei, al Levi di San Pietro in Cariano; due classi in più al Maffei, al Messedaglia, al Medi di Villafranca, al Roveggio di Cologna Veneta; una classe in più al Fracastoro, al Guarino e al Medi di Isola della Scala. Due le osservazioni da fare a questo proposito: il boom dei licei ha ormai raggiunto anche le scuole della provincia. Non si viene più in città per studiare Cicerone e gli integrali. La seconda considerazione da tenere presente è che le scuole più numerose, di fronte alla carenza di spazi, hanno formato meno classi di quanto «i numeri» potevano concedere, aumentando il numero di alunni per classe. Le scuole con il più alto rapporto alunni/classe sono il Montanari con quasi 25 alunni (24,7) ed il liceo Fracastoro con 24. Il più basso rapporto è invece del Professionale commerciale di Garda con il 15,3 alunni/classe e la sezione di Isola della Scala del liceo scientifico Medi con 16,5 alunni. Ma questo rapporto basso si spiega con l’esigenza di portare in provincia questo tipo di istruzione, derogando sul limite minimo consentito di alunni per classe. Aggiungiamo anche che nella «classifica» delle scuole più frequentate di Verona, il primo posto se lo contendono il liceo classico Maffei e il liceo delle scienze umane Montanari: il primo, nel settembre prossimo, avrà ancora il maggior numero di classi dell’intera provincia, ben 67, con 1.537 alunni, il secondo vanta il maggior numero di studenti che lo frequentano: ben 1.632, con 66 classi, che però sono più «nutrite». Sono queste due scuole con una popolazione scolastica che è pari a quella di alcuni comuni della Bassa, come Bevilacqua o Erbè. Dirigenti scolastici (in questo caso i professori Francesco Butturini e Calogero Carità), insomma, che hanno una popolazione da sindaci di piccoli comuni. Rispetto a quattro anni fa, non vi sono grandi differenze: già allora era consistente l’aumento, ma più concentrato sulle scuole cittadine, a parte il Cotta di Legnago che, in questi anni, ha aumentato di ben 11 classi la sua consistenza. Sempre in questi ultimi quattro anni, si registrano dieci classi in più al Messedaglia, il liceo scientifico di stradone Maffei (distribuito su quattro sedi), il Montanari con nove classi, il Maffei con sei classi in più. Una o due le classi mediamente nei licei della provincia tra il 2002 ed il 2003. -CLASSIFICA. Se volessimo fare la «classifica» degli istituti veronesi in base al numero di iscritti, dopo Maffei e Montanari, troviamo il liceo scientifico Messedaglia con 64 classi, seguito dal liceo scientifico Galilei con 56, dall’istituto tecnico industriale Marconi con 55 e da un altro liceo scientifico, il Fracastoro, con 53. Poi ecco il Ferraris, l’altro istituto tecnico industriale della città, il Giorgi, professionale per l’industria con 36 classi, l’alberghiero Berti del Chievo con 35 classi, il Marco Polo, l’istituto periti aziendali con 32, insieme al Cangrande, il tecnico per geometri. Poi, via, via, gli altri. -I TECNICI INDUSTRIALI. I dati relativi agli iscritti degli istituti tecnici sono più variegati e permettono riflessioni differenziate. Rispetto all’anno che si è appena concluso, sono le industriali che perdono più classi, anche se nel loro complesso, considerando la provincia, il calo è molto ridotto. Nel dettaglio, il Marconi perde ben 5 classi, passando da 60 a 55, pur confermandosi uno degli Istituti più grossi della città. Il Ferraris cala di due classi, mentre gli industriali della provincia hanno un andamento vario (il Silva di Legnago perde una classe, ma il Dal Cero di San Bonifacio ne guadagna due e l’Anti di Villafranca aumenta di tre). Il saldo alla fine è di meno tre. Certo che se guardiamo questo tipo di scuole nell’arco di quattro anni, il calo è stato considerevole: il Marconi ha perso ben 11 classi, il Ferraris due, il Silva sette (ma ha aperto la sede di Nogara con due, dunque è a meno cinque), l’Anti di Villafranca è a meno quattro, mentre l’istituto industriale di San Bonifacio ha confermato le classi di quattro anni fa. -I TECNICI COMMERCIALI. Continua, anche se molto più contenuta, l’emorragia degli istituti tecnici commerciali e dei periti aziendali. Quelli di città perdono tutti una classe (Lorgna-Pindemonte, che l’anno prossimo avrà in tutto 19 classi, Marco Polo ed Einaudi) mentre il Pasoli in Borgo Venezia registra un incremento di una classe. Se pensiamo che una decina di anni fa, era il compito di ragioneria quello svolto da più candidati all’esame di maturità e che oggi le classi funzionanti, mettendo insieme ragionieri e periti aziendali, sono 188, contro le quasi 500 (495 per la precisione) dei licei, il calo è stato veramente vistoso. Ed oggi, va ricordato, i ragionieri sono diventati, per le aziende, impiegati difficili da trovare. In provincia, qualche scuola cala, qualche altra cresce, con un saldo che comunque è positivo, dopo tanti anni di cali. Aumenta di due classi il Minghetti di Legnago, cala il Calabrese di una classe sia a San Pietro in Cariano che a Bussolengo, aumentano di due classi sia il Ricci di Legnago che il Bolisani di Isola della Scala. Insomma, in provincia si riscopre la professione di ragioniere. Rispetto a quattro anni fa, gli istituti commerciali di Verona hanno perso molto: sette classi in meno all’Einaudi, sei in meno al Pindemonte, tre classi in meno al Calabrese di Bussolengo. Per gli altri qualche aumento o tenuta sostanziale. -TECNICI GEOMETRI. Aumenterà una classe il Cangrande dal settembre prossimo, due classi in Dal Cero di San Bonifacio e conferma le undici classi il Minghetti di Legnago. Insomma, le scuole che preparano i professionisti dell’edilizia tengono, ma rispetto a quattro anni fa, si nota qualche piccolo aumento. La crisi di questi istituti è più lontana nel tempo: il grosso calo si è registrato sette anni fa, con una drastica riduzione di classi. Poi, un lento continuo recupero, anche grazie alle differenziazioni specialistiche di questo diploma e ad una domanda di impiego che resta sostenuta. -AGRARIO. Sempre in crisi questo tipo di istituto che, nel settembre prossimo, perderà ben tre classi, registrando, dall’anno prossimo, il calo più vistoso di questi ultimi quattro anni nei quali il Bentegodi di Bovolino aveva mantenuto 17 classi. Ma se guardiamo allo Stefani, l’istituto professionale per l’agricoltura, nelle sue sedi di Isola della Scala, Caldiero, Legnago, San Pietro in Cariano e Villafranca si registrano nel complesso cinque classi in più. Dunque, è facile capire che per questa specializzazione si preferiscono corsi professionali, non tecnici. -PROFESSIONALI. Per quanto riguarda gli altri professionali, da notare l’incremento del Fermi, che aumenta di tre classi, mentre il Sanmicheli perde ben quattro classi. Una classe in più al Giorgi di Veronetta, mentre la sede di Bovolone conferma le sei classi. Gli Alberghieri di Chievo, Bardolino e Soave nel complesso perdono una classe: quattro classi in più a Soave, ma perde tre classi Bardolino e due classi sia Valeggio che Chievo. In dieci anni, questo tipo di istruzione ha comunque perso dieci classi: del resto, in fondo era prevedibile, visto il boom che aveva registrato l’alberghiero negli anni novanta, decisamente sovradimensionata. -ARTE. Grande aumento dell’istituto d’arte Nani che aumenta di cinque classi, attestandosi a 29, mentre il liceo artistico Boccioni mantiene le quindici classi di quest’anno. Per l’istruzione artistica, dopo un periodo buio attorno agli anni novanta, torna l’interesse. Emma Cerpelloni |