«Scontro
generazionale» tra i banchi
Gli alunni di oggi
lanciano un appello a quelli di settant’anni fa: venite in aula
Cronaca pag. 16 da "L'Arena" del 6/1/2005
In uno sgabuzzino sono stati
trovati casualmente temi e registri degli anni Trenta e Quaranta. Ne è sortita
una lezione di storia, ma non soltanto: «È un interessante spaccato della
gioventù di allora».
Gli studenti-ricercatori
sperano adesso di conoscere di persona gli autori di quei compiti, spesso
sbeffeggiati dagli insegnanti. E lanciano l’invito agli ottuagenari attraverso
il nostro giornale.
AAA.
Cercasi arzilli ottuagenari, che sono stati alunni degli anni Trenta e Quaranta
delle “Montanari”. Attraverso il nostro giornale, due professori dell’attuale
liceo cittadino delle scienze umane, Anna Ferrari e Angelo Leonardi, e due
classi del triennio, una quarta del corso pedagogico ed una quinta del sociale,
lanciano questa ricerca per organizzare un incontro, alquanto curioso. I due
docenti con le loro classi hanno esplorato l’archivio storico della scuola ed
hanno trovato vecchi temi e registri. E così hanno pensato di studiarli dal
punto di vista pedagogico e sociale.
Afferma il dirigente scolastico delle “Montanari”, il professor Calogero Carità:
«Quello che è emerso va al di là di una ricerca scolastica. Ne viene fuori uno
spaccato storico della gioventù veronese di sessant’anni fa e, nel confronto con
i ragazzi d’oggi, si ricavano mille curiosità. Al punto che si sta cercando un
editore per pubblicare l’intero lavoro».
«Tutto è cominciato», spiega Angelo Leonardi, «quando il bibliotecario, il
professor Enzo Roberto Mafficini ci ha condotto in uno sgabuzzino per vedere
cosa mai poteva essere custodito in alcuni bauli sommersi da pacchi di carte.
Aperto il primo baule, ci sono capitati in mano alcuni registri molto vecchi e
poi un tema scritto il 24 marzo 1949 da una certa Anna Ferrari di III A. Dopo un
attimo di sgomento, visto che la collega di pedagogia aveva lo stesso nome della
sconosciuta allieva di 55 anni fa, ci siamo resi conto che questi temi ci
chiedevano di essere letti, di tornare a vivere, a parlarci».
«Così», prosegue l’Anna Ferrari di oggi, «abbiamo iniziato a lavorare con
l’aiuto dei ragazzi, che si sono a loro volta entusiasmati e sono stati
profondamente attratti dalla gratificazione che si prova nel fare una vera
ricerca, nell’essere a contatto diretto con le proprie radici».
In che cosa consiste la ricerca degli studenti del “Montanari”? Innanzitutto, è
stato letto e giudicato dagli studenti di oggi, un tema di maturità del 1936, ad
opera Renzo Governo (oggi 86 anni). Il titolo del tema non lascia dubbi
sull’epoca: “La morale fascista nella sua essenza romana e cioè guerriera e
civile”. Colpisce anche la valutazione: “Sufficiente lo svolgimento del tema.
Forma pesante e qualche errore di espressione”.
Come l’hanno giudicato gli studenti di oggi? «Ho dovuto rileggerlo molte volte»,
confessa Vanessa di 4C Pedagogico, «forse per il lessico e per la costruzione
particolare delle frasi o perché non riuscivo a condividere le affermazioni di
questo ragazzo. Comunque», aggiunge, «leggendo questo scritto sono entrata più a
fondo nei pensieri dei giovani di allora. Se prima non riuscivo a capire come
mai la maggioranza del popolo italiano, al tempo del duce, condividesse
pienamente l’etica fascista ora mi rendo conto che ciò fu dovuto anche
all’intervento della scuola». Aggiunge Mirko della 4C del Pedagogico: «il titolo
del tema era mirato evidentemente a una ricerca di assenso ed un sostegno
all’indottrinamento che il regime fascista operò all’interno dell’istituzione
scolastica».
I due professori hanno poi assegnato alla II B del liceo socio-pssico-pedagogico
lo stesso tema che fu svolto il 23 settembre 1946 dalla II C dell’Istituto
Magistrale per un confronto più mirato delle differenze tra i ragazzi
dell’immediato dopoguerra e quelli di oggi. Titolo: “Nei vostri desideri e nelle
vostre fantasie su quello che vorreste essere da grandi, sognate piuttosto di
essere più bravi e superiori agli altri oppure di essere di beneficio e di
aiuto? E cioè: vi darebbe più profonda soddisfazione sentirvi ammirati ed
invidiati o non piuttosto amati?”.
Commenta il professor Leonardi: «Premesso che allora c’erano più studenti maschi
che ragazze, nei ragazzi del ’46 era molto forte l’esigenza della gratificazione
personale, con la ricerca di ammirazione e di successo. Dopo le privazioni della
guerra è certamente comprensibile».
Ma anche tra le ragazze emerge il desiderio di migliorare la propria condizione
economica: «Come sarei poi ammirata e invidiata se fossi ricca!» sognava Franca,
«sì, perché è così nel gran mondo; si ammirano e particolarmente si invidiano
solo le persone ricche, le persone potenti e magari si disprezza qualche nobile
essere che per mancanza della ricchezza non può brillare nella società».
Spiega il professor Leonardi: «L’unico aspetto rilevante che distingue le due
generazioni di studenti è la forte motivazione professionale che in passato
animava le ragazze: tutte erano sicure di poter fare le maestre e sognavano il
giorno del loro ingresso in una classe».
Scriveva sempre quasi sessant’anni fa Vittoria: «Immagino di trovarmi di fronte
ad una scolaresca di piccoli bimbi che non sanno neppure adoperare la penna.
Quale soddisfazione sarà poi per me vederli a poco a poco scrivere, pieni
d’entusiasmo, le prime parole e sentirmi dire che anche loro sono capaci di
scrivere».
Non mancavano già allora, insomma, i sogni di aiutare il prossimo nel Terzo
Mondo. Ed oggi? «Spesso mi immagino come sarò e cosa farò fra 5-10 anni – scrive
Serena- Non ho ancora le idee chiare per quanto riguarda ad esempio il lavoro.
Penso di rimanere nel ramo psico-pedagogico»
Anche se più sfumate, le motivazioni altruistiche delle ragazze d’oggi restano
consistenti. Spesso appaiono meno ingenue e infantili.
«Io non ho un’idea precisa su ciò che vorrei fare da grande – scrive Anna – Mi
piacerebbe fare un lavoro che mi dia soddisfazione, ma nel frattempo mi consenta
d’aiutare altre persone meno fortunate di me a trovare un po’ di serenità. Sono
sicura che aiutare gli altri sia molto faticoso e richieda molta costanza e
tenacia ma che alla fine porti molta gioia».
La ricerca del “Montanari” affronta poi le valutazioni, ma questa parte del
lavoro, decisamente importante, è più tecnica. Conclude la professoressa Ferrari:
«Abbiamo letto alcuni giudizi che oggi sarebbero oggetto di denuncia. Ci sono
valutazioni talvolta ironiche, offensive, ma molto trasparenti e dirette. Ad
esempio: E’ un disastro, mi vergogno di averti promossa!! Bisogna, bimba
scolara, saper frenare sentimenti e fantasie per rispondere alla logica».
Insomma, la scuola di oggi è decisamente più umana.
Emma Cerpelloni
Ecco gli studenti che
hanno aderito al progetto nell'anno scolastico 2003/2004:
cl. 4Cp: Elena
Benedetti, Cristina Delai, Elisa Gelmetti, Mirko Olivati, Giulia Simonetti,
Michele Testi, Giada Tommasi, Laura Xilo
cl. 5As: Paola Feroni,
Valeria Lorenzetti, Elisa Masoch, Erika Mazzola, Mattia Zanetti.
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