All’Università veronese un convegno affronta il tema
di come leggere e insegnare il Sommo Poeta nella scuola del nostro tempo
«Dante, sfide contro la banalizzazione»
dal giornale "L'Arena" pag.
41 del
01/04/2006
Come leggere e insegnare
Dante nella scuola del nostro tempo: partendo dalla consapevolezza che la
Divina Commedia rimane un testo di fondo per tutta la Letteratura
occidentale, capace di consegnare in particolare al nostro tempo un
messaggio di profonda attualità. E' questo l'argomento affrontato ieri
nella prima giornata del convegno "L'imago al cerchio" organizzato
all'Università di Verona dall'Ufficio scolastico regionale per il Veneto
in collaborazione col liceo "Carlo Montanari" di Verona e il Centro
scaligero di studi danteschi.
Non si è trattato solo di una serie di relazioni da parte di docenti
universitari, ma di un più articolato confronto tra docenti e studenti,
con la presentazione anche di alcune tesine elaborate dai ragazzi, per
cercare di analizzare in misura concreta e puntuale i temi e gli strumenti
attraverso i quali riappropriarsi della parola dantesca.
Ed è stata appunto questa la prospettiva dalla quale si è mosso
l'intervento del prof. Stefano Quaglia, rappresentante dell'Ufficio
scolastico regionale per il Veneto, che ha centrato la sua analisi proprio
sul valore alto della parola in Dante come strumento capace di evitare
quello che lui ha definito "il rischio dell'oblio".
"Dante ci pone tre sfide di grande attualità contro la banalizzazione:
quella dell'amore, quella dell'amicizia e quella della politica", ha detto
Quaglia. " Le risolve attraverso un linguaggio alto che ci provoca, che
richiede studio e impegno. Leggendo Dante capiamo che la lingua è ciò che
nobilita, a patto però di essere autentica. E' per tutti noi oggi un
monito fondamentale al ritorno ad un linguaggio fuori dalla banalizzazione
e dunque dalla volgarizzazione del presente".
Le parole di Quaglia hanno suscitato una forte suggestione: e questo
accento posto sul valore della lingua e della parola, questo ricordare ai
giovani che la letteratura è prima di tutto lingua ci sono parsi tanto più
importanti in tempi in cui troppo spesso nel considerare un testo
letterario "si parla d'altro" (si applica una critica psicologia o
sociologica, certamente di maggior presa immediata, ma che tradisce
l'essenza stessa della letteratura che è prima di tutto lingua, parola,
scrittura).
Fortemente mirata a spiegare l'attualità di Dante oggi è stata poi la
relazione della prof. Anna Maria Chiavacci dell'Università di Siena, che
ha trattato di "Dante e l'identità europea", evidenziando come oggi ci sia
un forte rientro di Dante "dalla piazza", cioé attraverso quelle letture
nelle chiese e nei luoghi pubblici, che testimoniano un interesse diffuso.
"Dante è l'araldo dei valori dell'identità europea almeno per due
ragioni", ha spiegato la Chiavacci. "Per la sua interpretazione della
razionalità e intelligibilità dell'universo, che deriva dalla filosofia
greca e dalla quale procede tutto lo sviluppo della scienza, e per
l'affermazione del primato della persona, che è il principio cristiano dal
quale si origina l'idea dei diritti dell'uomo e della uguaglianza tra gli
uomini".
Dopo l'intervento del prof. Ernesto Guidorizzi che ieri pomeriggio ha
parlato di "Paesaggio e bellezza femminile nel XXVIII canto del
Purgatorio", questa mattina alle 9.30 il prof. Gilberto Lonardi tratterà
di "Dante e la poesia della modernità: Leopardi, Pascoli e Montale",
mentre alle 15 il prof. Roberto Filippetti terrà una relazione dal titolo
"Alla ricerca del volto umano".
Alessandra Galetto
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