All’istituto Cangrande i due nomi di punta della nazionale azzurra, Melania Corradini e Michael Stampfer, parlano ai ragazzi

Sugli sci, per vincere. Da disabili

Al via oggi sul Baldo le gare dei campionati italiani. «Noi? Siamo solo atleti»

dal giornale "L'Arena" pag. 18 del 17 febbraio 2006

 

«Ma sai cosa importa se ci chiamano disabili, diversamente abili o come gli pare... Siamo sportivi». Tagliava corto così in un recente fuori onda Melania Corradini, 18 anni ad aprile e portabandiera alle Paralimpiadi che si apriranno a Torino il 10 marzo, e con lo stesso spirito ha accolto ieri mattina gli studenti del Cangrande e delle Montanari assiepati nell’aula magna dell’Istituto per geometri, in corso Porta Nuova. Lo spirito che si tiene lontano dalle filosofie del linguaggio, da chi discute e studia per scegliere la definizione giusta e creare neologismi come «diversabili», lo spirito che porta dritto alla pratica: quella dei campionati di sci per disabili appunto, non vedenti, amputati, seduti (le tre categorie di gara). «Criminale è chi parcheggia in un posto per disabili e se ne frega», introduce l’incontro con gli studenti Lorenzo Roata, giornalista veronese inviato Rai alle Paralimpiadi e creatore del programma Sportabilia, «non chi sbaglia termine, perché corretta informazione si fa con il rispetto, lontani da ogni pregiudizio e da ogni compassione. Lo ripeto sempre. Lo sport è sport e basta. La disabilità è il primo, ineludibile regolamento entro il quale misurarsi».
Obiettivo dell’incontro di ieri, che ha presentato anche le gare che inizieranno da oggi sul Monte Baldo e servono da test per gli atleti impegnati nella prepazione a Torino 2006 (vedi box), è stato appunto quello di avvicinare il mondo di chi è «normale» alla vita di chi è «disabile». «Perché parlare di noi, in incontri così, per noi è molto importante», ammette Michael Stampfer, nazionale azzurra, rispondendo a una domanda del pubblico. «Anch’io prima di cadere da un tetto con un salto di 10 metri che mi ha tolto l’uso di gambe e addominali, solo tre anni fa, pensavo a chi era in carrozzina come a un povero ragazzo. Poi ho capito che la vita non finisce, che in realtà possiamo fare ancora tante cose». E molto bene: lo sta a indicare il cronometro di gara che si ferma a tempi da fare invidia alla maggior parte degli sciatori.
La mattina con gli studenti va avanti così: si alternano racconti di vita a discorsi più tecnici. Melania, della Val di Non, è stata amputata al braccio sinistro alla nascita: «Scio da quando avevo sei anni, una passione. Ho fatto un sacco di gare. L’opportunità della nazionale è arrivata scoprendo che esitono le gare per disabili, ci lavoro dal settembre 2003 anche se quest’anno non sto sciando bene e non so cosa combinerò a Torino». Un po’ di scaramanzia non guasta. Michael, 28 anni, nell’agonismo ha trovato la forza di reagire all’incidente: «Lavorare non volevo più, visto che proprio lavorando mi sono fatto male. E così dopo tre mesi di riabilitazione per ritornare autonomo mi sono buttato nello sport, che del resto ho sempre praticato molto. Unica rinuncia, il calcio. Ho sciato nove mesi all’anno ed eccomi qui. Partecipare alle Paralimpiadi mi rende fiero, ho raggiunto l’obiettivo».
Dietro le vite di atleti e la sfida della riabilitazione ci sono famiglie, amici, ma anche un cambiamento culturale che passa attraverso l’impegno di chi legifera, programma impianti e manifestazioni, organizza lo sport, forma i preparatori atletici e motiva i ragazzi. C’era anche questo mondo al Cangrande: ospite d’onore Sara Simeoni, la grande atleta veronese che fissò il primato del mondo di salto in alto a due metri e uno e fu portabandiera alle Olimpiandi di Los Angeles e che oggi come «mentor» insegna ai nuovi atleti come affrontare l’agonismo senza essere troppo viscerali, palestra di vita e occasione di crescita.
Inoltre c’erano Claudio Carta, presidente regionale del comitato paralimpico; Stefano Braggio presidente provinciale Coni; Guido Fumagalli, preside della facoltà di scienze motorie dell’Università di Verona, che offre un corso di laurea dedicato alla disabilità; Ketty Remelli Rotaract Peschiera, che lancia un concorso per le scuole sulla prevenzione degli incidenti stradali; Alberto Nuvolari presidente stampa sportiva Veneto, che a Torino proporrà un convegno a tema e un’iniziativa di solidarietà; Giuseppe Venturini, presidente Funivia Malcesine Monte Baldo organizzatrice dei campionati assoluti sci disabili, Enrico Ghinato, vicepresidente Camera di commercio partner economico dell’iniziativa; Gabriele Lazzarini per il soccorso alpino e i politici che a vario livello veicolano fondi e prevedono iniziative di rilancio insieme dello sport accessibile a tutti e del territorio che ospita struttre e impianti senza barriere: Massimo Giorgetti, assessore regionale allo sport; Antonio Pastorello, assessore provinciale allo sport; Giuseppe Lombardi, sindaco di Malcesine.

Francesca Mazzola