L’istituto ha deciso di intitolare la sua
biblioteca al professor Lanfranco Vecchiato che ne fu preside negli anni
Settanta
Il Montanari ricorda i docenti illustri
Grande erudito e storico fu autore del Dizionario biografico dei Veronesi
del ’900
dal giornale "L'Arena" pag. 15 del
12/02/2007
Vanta un patrimonio di 16.500 libri, tra cui volumi e collezioni di
pregio, testi del Settecento, edizioni antiche e prime edizioni. Si tratta della
biblioteca del liceo delle scienze umane «Carlo Montanari», nata dalla fusione,
avvenuta nel ’92, con il patrimonio librario dell’Istituto Zamboni. Notevole
anche il materiale d’archivio, di vario genere, risalente alla fine
dell’Ottocento, custode della memoria storica dei due Istituti magistrali
veronesi.
Nei giorni scorsi, il Collegio docenti del «Montanari» ha deciso di intitolare
la biblioteca al professor Lanfranco Vecchiato, che fu alunno, docente e preside
dell’istituto. Spiega il dirigente scolastico del liceo delle scienze umane di
vicolo Stimate, il professor Calogero Carità:«Dall’anno scorso, abbiamo deciso
di valorizzare persone che si sono formate o che hanno insegnato nella nostra
scuola, contribuendo alla crescita culturale della città. Lo scorso anno abbiamo
intitolato il nostro laboratorio musicale al professor Luigi Lucchi (1907-2000),
docente di musica per circa 40 anni al “Montanari” e direttore del coro della
cattedrale, mentre l’ emeroteca è stata dedicata ad una nostra alunna,
Alessandra Zecchin, drammaticamente scomparsa mentre frequentava la prima classe
del liceo pedagogico».
La scelta di Vecchiato è estremamente significativa, come rivela la sua
straordinaria biografia, pubblicata nel “Dizionario biografico dei Veronesi del
’900”. Nato a Pressana, nel 1908, letterato e storico, conseguì tre maturità
(magistrale, classica e scientifica) e due lauree in materie letterarie a Torino
ed in scienze politiche a Padova. Fu maestro elementare e docente al «Montanari»
dal 1936 per le materie letterarie al corso inferiore e dal 16 novembre 1938 di
latino e storia al corso superiore, per poi passare al «Messedaglia», fino al
‘57. Fu preside del «Montanari» dal 1 agosto 1973 e contemporaneamente docente
incaricato all’Università di Verona, dal ‘68 al ‘78. Medaglia d’oro ai
benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte, fu socio di numerose
accademie. Fra le numerose iniziative culturali da lui promosse, la fondazione
delle riviste (fra cui “Vita Veronese”), della “Lectura dantis scaligera” e di
quella shakespeariana, dell’Accademia catulliana e del Certamen catullianum,
organizzato fino al ’92, a Lazise dove richiamò centinaia di concorrenti,
studenti e cultori della lingua latina.
Si può considerare uno dei «padri» dell’Università di Verona, in quanto dalla
Scuola superiore di scienze storiche «Muratori», di cui fu uno dei promotori,
contribuì a far nascere, assieme ad altre personalità veronesi, il nostro
ateneo, attivato in forma libera dal ’59. La sua bibliografia personale
comprende 268 titoli, fra cui un denso saggio sulla vita politica e
amminstrativa di Verona in età veneziana apparso in “Verona e il suo
territorio”.
Oltre all’attenzione per il suo patrimonio storico, il «Montanari» è molto
attivo anche per quanto concerne le iniziative didattiche più attuali: il suo
dirigente scolastico, il professor Calogero Carità e la professoressa Daniela
Baldo, docente di arte e di linguaggi non verbali e multimediali, in qualità di
responsabile del giornalino «Virus» dell’istituto, primo premio nazionale 2006
del concorso “Giornalista per un giorno”, patrocinato dal Ministero per le pari
opportunità, sono stati nominati cavalieri benemeriti dell’Associazione
nazionale di giornalismo scolastico Alboscuole, “visto l’alto significato di
valore civile e dignità sociale per il fattivo contributo offerto a sostegno
dell’ attività delle redazioni studentesche della scuola italiana lontana dai
gossip e dagli scandali di copertina”.
E.Cerp.
|