Nel seminario all’Istituto Stimate gli interventi dei docenti si sono alternati alle premiazioni delle 22 tesine degli alunni

AVVICINARSI ALL'UNIVERSO DANTESCO

Per rilevarne i nessi con l’esperienza e la mentalità giovanili

dal giornale "L'Arena" pag. 43 del 02/04/2007

 
Dante è poeta, teologo e filosofo. Del sommo autore si potrebbe scrivere e dire all'infinito tanto immensa risulta l'opera che ha consegnato ai posteri. Studiosi e illuminati pensatori si sono confrontanti con il valore delle tre cantiche dantesche, ma la poesia di Dante non è solo affare da cattedratici, è anche materia che si inizia a masticare sui banchi di scuola superiore.
Il seminario di studi tenutosi all'Istituto Stimate (promosso dal Ministero della pubblica istruzione- Ufficio scolastico regionale per il Veneto, in collaborazione con l'università di Verona, il liceo Montanari e il Centro scaligero di studi danteschi) rientra nel progetto di avvicinare la vastissima materia dantesca al mondo della scuola. Il seminario, giunto alla seconda edizione, non vuole essere solo un rito, come ha ricordato il Dirigente dell'ufficio scolastico regionale per il Veneto, Stefano Quaglia, ma un momento in cui il discorso dei cattedratici trova un punto di contatto con i lavori degli studenti.
Agli interventi dei docenti, durante la due giorni di studio, si sono infatti alternate le presentazioni delle ventidue tesine degli alunni che hanno aderito al concorso presentando ricerche originali inerenti i temi previsti dal convegno.
Si è partiti da Dante e lo stile alto, con il prof. Gilberto Lonardi dell'Università di Verona, il quale ha sottolineato come Dante «si richiami al passato nutrendosi della scrittura sacra e della poesia classica, rielaborandola in modo così forte e personale da lasciare un'impronta che prepara al futuro».
Se si leggono i Promessi Sposi, per Lonardi, si trova l'altezza di certi pensieri ricondotta alla condizione umili di artigiani come Renzo e Lucia, di gente, come diceva Manzoni, «di piccolo affare». Così se si guarda a Flaubert o a Baudelaire, si trova il fango di Parigi ma raccontato in toni altissimi. In Dante invece la mescolanza degli stili si attua guardando al passato con la capacità, però, di muoversi dentro le grandi coordinate della nostra civiltà.
Il saggista Franco Nembrini ha proposto agli studenti il rapporto di Dante con lo splendore del vero.
Nelle prime due cantiche il poeta descrive la faticosissima marcia di avvicinamento all'«ultima salute», operata attraverso luoghi reali, per quanto insoliti, tra personaggi reali per quanto privi di corpo, che patiscono pene concrete. Nell'Inferno e nel Purgatorio Dante ha raccontato la realtà fisica dei primi due regni dei morti e come sono distribuite, all'atto del suo viaggio, le anime che li popolano. Nel Paradiso il lettore assiste invece ad una rappresentazione fittizia del viaggio tra i Beati. Un viaggio che compie solo lui, il poeta, a cui il lettore può partecipare solamente attraverso quello che legge.
Il prof. Francesco Donadi dell'Università di Verona ha affrontato le fonti letterarie classiche del sublime dantesco mentre il prof. Giuseppe Ledda dell'Università di Bologna per il suo contributo è partito proprio dal titolo del seminario «La bellezza ch'io vidi» che riporta il verso 19 del trentesimo canto del Paradiso.
Della sua esperienza celeste, talmente alta da spingere il poeta per raccontarla a creare nuovi sillogismi teologici, Dante non si stanca di dire che né sa né può darne conto al lettore. Non ricorda quasi nulla e di quel quasi nulla si fa scrupolo di notificarlo al lettore, che di quel poco capirebbe ancora meno.
Una volta terminati gli interventi dei relatori, il pomeriggio conclusivo è stato dedicato alle premiazioni delle tesine degli studenti vincitori del concorso perché il convegno ha avuto lo scopo, come ha ribadito il comitato scientifico, «di riflettere sui legami di Dante con la cultura contemporanea, offrendo a docenti e studenti una prospettiva di studio capace di valorizzare la passione e l'interesse per un autore fondamentale per la nostra identità collettiva, spesso relegato a studi aridi o mortificanti».
L'iniziativa veronese ha infatti mirato ad avvicinare gli studenti all'universo dantesco, rilevando i nessi della sua opera con l'esperienza e la mentalità giovanile, nella convinzione che essa abbia un valore di perenne attualità. Gli studenti che hanno ricevuto il 1° premio sono stati Michela Bertagna e Nicolò Mazzi del Liceo «G. Galilei» con l'elaborato dal titolo «Quale sposa piacerà al re? ....».
Il 2° premio è andato a Elisa Coltro, Elisa Ferrari e Sara Girlanda del Liceo «G. Galilei» per la tesina «Solo lo stupore conosce». Infine il 3° premio ex aequo è andato a Silvia Argenti, Claudia Magnabosco, Flavia Soffiati, Tatiana Orlandi, Filomena Violante del Liceo «C. Montanari» per «La figura di Lucifero nell'Inferno dantesco». Il 3° premio è andato anche a Okasana Nemesh, Gillien Piovan, Giulia Trincanato, Sandra Zodiaco del Liceo «A. Einstein» di Piove di Sacco per «La bellezza ch'io vidi....».
Silvia Bernardi